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Wed, Dec

L'Amministrazione comunale di Cles intende assegnare alcuni orti comunali. L'assegnazione è destinata a cittadini residenti nel Comune di Cles, a condizione che non risultino proprietari di altri terreni adatti allo scopo e che si impegnino a coltivarli personalmente. La superficie del singolo orto è di circa 20 mq. Le domande dovranno pervenire all'Ufficio Segreteria entro le ore 12.00 di martedì 21 febbraio 2023. Per tutti i dettagli e la domanda di assegnazione: http://bit.ly/3wqVnow

I Carabinieri della Compagnia di Cles - come riporta il TGR Trentino - sono intervenuti in un Comune della bassa Val di Non, dove una ragazza, dal balcone di un appartamento, aveva attirato l’attenzione dei passanti senza proferire parole e comunicando solo con gesti ed un linguaggio labiale. Lo riporta 

È così che un cittadino ha deciso di allertare subito i militari, che sono intervenuti con due pattuglie delle Stazioni di Denno e Predaia.

In una nota i militari fanno sapere che la giovane, sedicenne, è stata subito soccorsa grazie anche all’ausilio dei locali Vigili del Fuoco e del personale medico del 118.

 

All’interno dell’appartamento i Carabinieri hanno trovato un altro minorenne, coetaneo, che risultava aver fatto uso di stupefacenti e che, per motivi in fase di ricostruzione da parte degli inquirenti, aveva chiuso a chiave in una stanza la ragazza, dopo averla percossa e privata del cellulare.

Tra l’altro i due, giunti dalla Val d’Adige, erano entrati in quell’immobile, non abitato, accedendovi all’insaputa dei proprietari.

 

 

Per il ragazzo è scattato un deferimento alla Procura per i Minorenni di Trento che, vagliati i fatti, ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di un provvedimento di restrizione in un Istituto Penale per Minori, eseguito all’inizio della settimana scorsa dal Nucleo Radiomobile della Compagnia di Cles.

 

Non è stato facile per i militari rintracciare il ragazzo, il quale era stato affidato dapprima ad una Comunità e successivamente a dei parenti, rendendosi poi irreperibile.

Per i fatti compiuti, sono al vaglio dell’Autorità Giudiziaria diverse ipotesi di reato, che vanno dal sequestro di persona alla cessione di stupefacenti, dalla rapina del cellulare alle lesioni al volto causate alla ragazza, oltre all’illecita introduzione nell’edificio.

Fonte TGR Trentino

 

È stato munito di radiocollare e restituito ai boschi della bassa Val di Non ieri sera il giovane orso maschio curato per una ventina di giorni nel centro faunistico del Casteller. L’animale era stato rinvenuto a bordo strada, ferito a seguito di un investimento lungo la SS43 nel comune di Campodenno la notte tra il 14 ed il 15 maggio. Le analisi genetiche hanno stabilito che si tratta di M78, un esemplare di due anni e mezzo. Le operazioni, a cura del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento ed in particolare del Settore grandi carnivori e della Squadra di emergenza del Corpo forestale - con l’ausilio del veterinario incaricato - si sono svolte secondo le previsioni, garantendo la massima sicurezza degli operatori e dell’animale. Il plantigrado è stato rilasciato nella zona dove era stato trovato, ma in quota, in montagna.

 

 

Nel corso del periodo in cui è stato ospitato al Casteller, i traumi subiti da M78 si sono in gran parte riassorbiti. Grazie al riposo forzato cui l’orso è stato sottoposto, secondo il veterinario le fratture subite a due arti sono ora in fase di guarigione, con l’avvio della fase di calcificazione. La scelta di procedere con la liberazione in tempi relativamente brevi è stata presa proprio su indicazione del veterinario tenuto conto anche della volontà di mantenere la naturale ‘selvaticità’ del plantigrado, riducendo il rischio che si abituasse alla presenza umana. Durante la sua permanenza al Casteller, l’orso ha avuto pochissimi contatti con il personale del Corpo forestale che si è occupato della sua alimentazione e della pulizia della tana (una sola persona). La dieta ricca di frutta e miele gli ha consentito di acquisire ben 17 chili di peso (92 al momento del rilascio). Le prossime settimane saranno cruciali per valutare attraverso il monitoraggio le sorti del giovane orso, che rimangono incerte in relazione ai rischi intrinseci nella vita in natura.

 

Alta Val di Non, opportunità per una gestione sostenibile degli effluenti zootecnici. Confronto pubblico tra gli assessori Tonina e Zanotelli, i rappresentanti istituzionali locali e il mondo zootecnico locale.

 

 

Favorire il trattamento degli “effluenti zootecnici” e sostenere il loro utilizzo sotto forma di fertilizzante in agricoltura, oltre che per la produzione di energia. Le azioni per una gestione sostenibile di liquami e letame nella Zona vulnerabile ai nitrati del rio Moscabio, in Alta Val di Non, sono state al centro del confronto avvenuto in mattinata tra la Provincia autonoma di Trento, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, la Fondazione Edmund Mach, i rappresentanti istituzionali locali e quelli del settore agricolo.

 

L’incontro – ospitato dal teatro parrocchiale di Fondo – è servito a valutare in modo condiviso le possibili iniziative. All’appuntamento hanno preso parte il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina, l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli, i sindaci di Borgo d’Anaunia (Daniele Graziadei), Cavareno (Luca Zini), Romeno (Luca Fattor), Ronzone (Marco Battisti), Ruffré Mendola (Donato Seppi) e Sarnonico (Emanuela Abram), il vicesindaco di Dambel Marco Verber, il commissario della Comunità Val di Non Silvano Dominici, oltre ai referenti della Federazione provinciale allevatori, della Fem, di Apot, del Consorzio Vini del Trentino, della cooperativa Alta Anaunia Bio Energy e della Stazione forestale di Fondo.

 

La zona dell’Alta Val di Non è stata individuata dalla Giunta provinciale come “Zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ZVN)”, sulla base delle indicazioni contenute nelle normative europee. Dai dati di monitoraggio nel quadriennio 2016-2019, il rio Moscabio è stato designato corpo idrico eutrofico (ricco di nutrienti) e sul suo bacino è stata delimitata una ZVN, per la quale dovrà essere disposto entro il prossimo mese di giugno un Programma d’azione volto ad individuare soluzioni ed iniziative per ridurre l’apporto di nitrati alle acque superficiali e sotterranee.

 

Il vicepresidente Tonina ha evidenziato come sia fondamentale continuare a operare affinché il settore zootecnico migliori ulteriormente l’impatto ambientale delle proprie attività, guardando alla sostenibilità: “Un lavoro che si inserisce in un percorso che la Giunta sta promuovendo attraverso l’approvazione della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile, che ha portato alla firma di un patto da parte delle principali realtà economiche trentine. Solo proseguendo su questa strada, possiamo garantire un futuro ai giovani che intendono intraprendere questa attività, anche dal punto di vista economico. Se possiamo vantare un territorio curato e attrattivo anche per gli ospiti, lo dobbiamo soprattutto all’impegno di chi si occupa della gestione del territorio: sosteniamo dunque il settore zootecnico e condanniamo coloro che non rispettano le regole e operano in maniera scorretta, danneggiano il comparto e l’intero territorio locale”.

 

L’Alta Val di Non, caratterizzata da un’alta e pregiata vocazione zootecnica, è stata inserita come area pilota nell’Accordo di programma “Gestione sostenibile degli effluenti zootecnici”, approvato dalla Giunta e finalizzato a promuovere soluzioni tecniche innovative per i liquami e il letame, volte a migliorare la loro qualità agronomica e a creare possibilità di cessione di una parte di essi al settore frutticolo e viticolo.

 

La realizzazione di questa filiera corta, nell’ottica di economia circolare, porterebbe vantaggi sia agronomici – grazie al valore dei prodotti provenienti da adeguati trattamenti dei reflui zootecnici – sia miglioramenti ambientali, soprattutto a favore della qualità dei corsi d’acqua (come il rio Moscabio) che attualmente non raggiungono gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa vigente” sono state le parole dell’assessore Zanotelli.

 

L’obiettivo, che ha raccolto l’interesse di allevatori e coltivatori (con il presidente di Apot Ennio Magnani e il rappresentante del Consorzio vini del Trentino Stefano Rizzi), è dunque quello di favorire l’economia circolare che passa dalla zootecnia alla frutticoltura, oltre che di valutare l’ampliamento dell’impianto per la produzione di biogas a Romeno, concepito per la lavorazione dei reflui di circa un migliaio di Uba (Unità di bestiame adulto).



 

Dopo l’allestimento del campo, nell’area sportiva di Cles, l’alzabandiera e i saluti delle autorità, è entrato nel vivo ieri sera il 19esimo campeggio provinciale degli allievi Vigili del Fuoco volontari. L’appuntamento, dopo le limitazioni della pandemia, è tornato in presenza in Trentino dopo che l’edizione del 2019 si era svolta in Austria. Andrà avanti fino a domenica 26 giugno per concludersi con la tradizionale sfilata per le vie del paese e le manovre. Tra escursioni, esercitazioni, attività nel campo, momenti di confronto e scambio di esperienze e, alla sera, anche il tempo per divertirsi e socializzare, non mancheranno gli impegni per gli oltre 900 partecipanti, tra allievi (oltre 600), accompagnatori e istruttori.

 

 

Per la Provincia autonoma di Trento ha partecipato alla cerimonia di apertura l’assessore Giulia Zanotelli. “La macchina della protezione civile della Provincia autonoma di Trento – ha detto l’assessore Zanotelli - è un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Le istituzioni sono orgogliose di essere qui con voi. Voi rappresentate il futuro della comunità trentina. Desidero ringraziare voi Vigili del fuoco ma anche le vostre famiglie che vi stanno accanto e vi supportano in ogni momento. Vi auguro che il campeggio vi porti lontano e vi faccia rimanere all’interno dei Vigili del fuoco. Grazie anche ai Nuvola che sono sempre presenti nelle iniziative svolte sul territorio. A voi tutti dunque i ringraziamenti della Giunta per il vostro operato quotidiano che per la comunità è fondamentale”.

 

 

Giancarlo Pederiva, presidente della Federazione dei Corpi dei vigili del fuoco volontari della Provincia autonoma di Trento ha sottolineato che “c’era bisogno di questo momento di incontro e scambio di esperienze”.

Oscar Betta, Ispettore dell’Unione distrettuale di Cles si è detto onorato di aver potuto ospitare e organizzare il campeggio ed ha evidenziato come la risposta e la presenza dei giovani allievi siano uno stimolo importante.

 

 

 

Hanno portato il loro saluto anche i comandanti dei Corpi dei Vigili del Fuoco volontari di Cles, Tiziano Brunelli, che ha ricordato ai giovani l’importanza di rispettare e onorare l’uniforme di Vigile del Fuoco e quello di Tuenno, Domenico Tretter, che li ha invitati a fare un’esperienza all’insegna della socialità.

Il sindaco di Cles Ruggero Mucchi ha dato il benvenuto agli allievi nel centro sportivo del paese. Quello di Ville d’Anaunia Samuel Valentini ha messo l’accento sull’importanza di fare squadra. Di un’esperienza bella e coinvolgente ha parlato il Commissario della Comunità della Val di Non Silvano Dominici. Ha portato il suo saluto anche l’onorevole Martina Loss che ha sottolineato il valore per gli allievi del fare assieme le attività previste. In molti interventi inoltre l’invito agli allievi a vivere il campeggio divertendosi, con gioia, ma anche con l’impegno necessario per rendere utile questa esperienza tenendo presente che lo scopo del campeggio è anche accrescere l’abilità dei partecipanti e rafforzare lo spirito di corpo e la capacità di lavorare in squadra, caratteristiche fondamentali nell’attività operativa che attende le ragazze e i ragazzi che entreranno nei Corpi per il servizio attivo.

Quest’anno sono 111 i Corpi con gruppi allievi presenti all’evento. Anche la Valle d’Aosta e la Lombardia partecipano al campeggio con alcuni gruppi allievi.

 

 

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Trento, con il supporto dei militari della Compagnia di Cles, hanno dato esecuzione a un decreto emesso dal GIP di quel capoluogo che ha disposto il sequestro preventivo di un impianto di recupero rifiuti gestito da una società con sede in provincia di Trento.

 

 

Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa, convenzionalmente denominata “Brennero”, che rientra nell’ambito del monitoraggio delle grandi opere, svolto dal Reparto Speciale dell’Arma devoluto alla tutela dell’ambiente, in esito al quale è stato dato avvio a un’indagine per traffico illecito organizzato di rifiuti, condotta dai carabinieri del NOE e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trento.

 

Secondo quanto ricostruito dai militari e dagli ispettori del Nucleo Ispettivo di APPA grazie a numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, effettuati anche con il supporto di personale del Corpo forestale provinciale, nonché al monitoraggio delle immagini di alcune telecamere opportunamente piazzate nei pressi dell’impianto oggetto di sequestro, i responsabili delle società – tutti indagati per attività organizzate per traffico illecito di rifiuti (aggravate) – avrebbero smaltito illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti (stimati in circa 400.000 tonnellate negli ultimi tre anni), parte dei quali provenienti anche dai lavori per la realizzazione del collegamento tra la galleria di Base del Brennero e la stazione centrale di Innsbruck, in bonifiche agrarie della Valle di Non, aree di pregio che in un futuro sarebbero state destinate alla produzione agricola e alimentare.

 

Secondo l’ipotesi investigativa posta al vaglio dell’Autorità Giudiziaria che ha emesso il decreto di sequestro, l’azienda – senza svolgere alcuna operazione di recupero sui rifiuti –- proponeva i propri materiali ad imprenditori agricoli impegnati nella realizzazione di opere di bonifica agraria, a condizioni economicamente vantaggiose. Oltre all’impianto (del valore stimato di circa un milione di euro), il GIP ha disposto il sequestro dei mezzi d’opera e dei conti correnti bancari e la nomina di un amministratore giudiziario per la gestione dell’attività.

 

 

Non hai il diploma? Non importa, puoi insegnare nelle scuole dell’infanzia del Trentino! Quel Trentino che negli anni ha voluto traghettare le sue scuole da semplice spazio di accudimento a luoghi di cultura con tanto di orientamenti educativi - didattici. Non è stato certo facile vincere resistenze e dubbi, ma inseguito a importanti investimenti culturali ed economici le scuole dell’infanzia sono diventate un fiore all’occhiello della Regione. Il passaggio da bambino che si intrattiene a bambino co - costruttore del proprio sapere ha visto il cambio radicale della figura insegnante.


Con le scelte di questa giunta l’idea di insegnante è chiara a tutti, ma quello che più sconcerta è la “bassa” considerazione dei bambini che ne esce.
Sono anni che alla scuola manca personale, questo ruolo non è più appetibile.
Non è difficile capire il perché, basta guardare quante difficoltà delusioni vessazioni ha subito la professione.

 

 


L’epoca in cui viviamo ci costringe a riflessioni profonde che non possono assolutamente dare risposte leggere superflue come sta succedendo da alcuni anni a sta parte. A questo ennesimo problema (esaurimento delle graduatorie per le sostituzioni) l’unico riscontro che la politica ha saputo dare è quello di attingere a personale privo dei requisiti da sempre richiesti: istituto magistrale, poi liceo pedagogico, laurea, certificazioni linguistiche e specializzazioni varie!. Ancora una volta la giunta ha sminuito e svilito la scuola e la cultura. Il danno grave lo si sta facendo ad una generazione di bambini che necessita di pensieri “alti“ per crescere. Ancora una volta la politica ha dimostrato superficialità rifuggendo in modo presuntuoso il dialogo e il dibattito con chi della scuola se ne intende. Ha evidenziato di non saper pianificare nulla se non interventi spot e specchi per le allodole per tenere mansueto il popolo ( apriamo a luglio). Nulla di nuovo sotto questo cielo . Siete il poco che dite. Tocca ai genitori chiedersi che scuola vogliono per i loro bambini/e. Alle famiglie ricordiamo che tutti gli apprendimenti, i saperi della vita passano attraverso percorsi pensati, progettati e organizzati dal collegio degli insegnati. Sappiate che ogni bambino costruisce il suo sapere a misura del contesto che gli viene offerto. La nostra indignazione è profonda e allargata. Tutti si sentano responsabili del massacro della scuola: dai politici incompetenti che hanno perpetuato tagli su tagli, ai dirigenti che accondiscendono a tutto ciò che la politica ordina in imbarazzante silenzio e subissano di burocrazia inutile e vessatoria gli insegnanti, alle famiglie che chiedono alla scuola soluzioni a problemi che con essa non hanno nulla a che vedere e, infine, parte dell’opinione pubblica che considera il nostro un “non lavoro” giustificando il non rispetto di leggi, calendario scolastico, titoli di studio per opportunismo cattiveria invidia. Sappiamo benissimo che fare delle scelte educative pedagogiche è fare politica. È forse questo che spaventa i nostri governanti: avere dei futuri cittadini pensanti, autonomi e quindi liberi ?

 

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Le insegnanti della Scuola dell’Infanzia provinciale di Rallo

Cristiana Redolfi

Saida Rossetto

M:Cristina Pedergnana

Laura Cretti

 

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