Luciano Imperadori, morto all’età di 76 anni, era originario di Bormio in Val Camonica ma si considerava trentino di addozione non solo perché era stato protagonista nel sindacato trentino della Cisl, ma anche uomo di riferimento nella cooperazione. Aveva sposato Loretta di Pinzolo dalla quale aveva avuto due figli: Massimo e Lucia.
I funerali oggi pomeriggio, lunedì 25 luglio, alle 17 nella chiesa di Pinzolo, la funzione sarà ufficiata da don Flavio Girardini.
Luciano aveva lavorato alla Dalmine, a Bergamo, prima di entrare nel sindacato. Erano gli anni ‘60. A Trento si stava organizzando il sindacato unitario dei metalmeccanici con Giuseppe Mattei. Quando Mattei va a Roma, a Trento c’è la Flm unitaria con Garibaldo per la Fiom–Cgil, Imperadori per la Fim-Cisl e Del Buono per la Uilm. E’ lì che per Imperadori l’esperienza solidaristica maturata nel sindacato si unisce agli esempi cooperativi.
Negli anni 70’ si distingue rispetto ai colleghi nel gestire la vertenza e occupazione alla Gra (Giacinto Rivadossi Agnosine) presso lo stabilimento di Condino e poi alla Condel di Storo. Poi, grazie al fiuto del politico Pierluigi Angeli, il traghettamento nella cooperazione di Via Segantini dove diventerà anche il responsabile della comunicazione in coabitazione con Leonardelli e Cordin. Grande studioso di don Guetti, era anche nel comitato scientifico della Fondazione, storico e personalità da sempre molto presente nel dibattito pubblico trentino.